Dopo due settimane di negoziati il nuovo accordo sul clima è stato firmato dai rappresentanti dei diversi paesi presenti alla Cop21.
“Un accordo giusto, duraturo, bilanciato”,
così Laurent Fabius, presidente della Cop21, ha definito l’accordo sul Clima di Parigi introducendo il testo definitivo ai rappresentanti degli stati partecipanti.
Francois Hollande: ” Questo, se voi vorrete, sarà il primo accordo universale sul clima. Non capita spesso nella vita di avere l’opportunità di cambiare il mondo, voi oggi avete quest’opportunità”
I ministri e rappresentanti dei 195 paesi più l’Eu non si sono tirati indietro: dopo un’altra lunga sessione di discussioni, con un’assemblea plenaria il testo è stato adottato.
La cerimonia ufficiale di firma sarà il 22 aprile 2016 a New York e l’entrata in vigore del trattato,
non prima del 2020, avverrà 30 giorni da quando almeno 55 parti responsabili di almeno il 55% delle emissioni di gas serra lo avranno ratificato.
Dal bollettino giornaliero Fondazione per lo sviluppo sostenibile, riportiamo la trattativa del 30 Novembre 2015.
Parigi, 30 novembre 2015
E’ stata una giornata densa. I giochi della conferenza sul clima di Parigi si sono aperti con l’arrivo di 150 capi di Stato e di governo: la maggiore presenza a un appuntamento sul clima (nel 1992 all’Earth Summit erano 107). La Francia ha dimostrato capacità di gestione e di tenuta (gli incidenti con i blackblock sono stati del tutto marginali). E con le parole di Hollande ha dato un indirizzo forte ai lavori: “il surriscaldamento del clima crea più migrazioni delle guerre. E’ molto chiaro: non c’è pace sociale senza pace ambientale.”
Un altro intervento netto è stato quello del segretario delle Nazioni Unite, BanKi-moon: l’accordo che dovrà raggiungere la conferenza Onu dovrà essere “duraturo e dinamico”, dovrà “essere intriso di solidarietà ed essere credibile”. E il leader cinese Xi Jinping, dopo aver ripetuto gli impegni già presi, ha precisato che Pechino farà crescere la dote forestale del Paese di 4,5 miliardi di metri cubi al 2030.
Parallelamente alla politica si muove l’economia. Nel giorno dell’apertura ufficiale dei lavori della COP21, 11 Paesi si sono impegnati a versare 250 milioni di dollari in nuovi contributi ai Paesi più vulnerabili per aiutarli ad adattarsi ai cambiamenti climatici. Canada, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Regno Unito, Stati Uniti, Svezia e Svizzera hanno annunciato i loro finanziamenti agli LDCF (LeastDevelopedCountries Fund – il Fondo per i Paesi meno sviluppati). La Banca Mondiale ha aggiunto un progetto da 500 milioni di dollari per fornire incentivi mirati alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra.
Inoltre Barack Obama e Bill Gates hanno presentato un’iniziativa sul clima: il presidente americano e il fondatore di Microsoft lanceranno un programma da vari miliardi di dollari per accelerare le attività di ricerca e sviluppo sulle energie pulite, nell’ambito degli sforzi per combattere i cambiamenti climatici.
di Antonio Cianciullo