Un quartiere ecosostenibile
Un quartiere dove natura, architettura e società si incontrano. Un nuovo e moderno quartiere ecosostenibile progettato per dare forma ad un sistema di valori che unisce la tradizionale cultura dell’abitare alla più nuova, e necessaria, cultura della sostenibilità.
Un approccio razionale, dove natura, architettura e società si incontrano.
Un quartiere ecosostenibile tanto tradizionale quanto innovativo. Innovativo perché è un bioquartiere interamente a risparmio energetico, dove la sostenibilità ha guidato i processi, ha selezionato le decisioni per produrre un sistema continuo, che non si conclude con un’etichetta o con una definizione, ma investe l’uso che facciamo di tutto il materiale, sia esso vegetale o inerte.
Un quartiere che comunica la sua forza e il suo carattere attraverso un disegno semplice, non urlato, ma dalle forti componenti emotive, collegabile ad una dimensione etica del paesaggio, e rivolto all’interpretazione di quei segni che sono in grado di generare sensazioni comprese e condivise più facilmente dal pubblico, perché ad esso familiari.
Un approccio razionale, che evita interventi che non abbiano una ragione, in una costante ricerca della qualità, facendo risaltare l’essenza della materia e delle forme.
La luce
Prima fra tutti la luce: un quartiere ecosostenibile dove non è mai negato il diritto al sole, inteso come equilibrio tra luce ed ombra, dotato quindi di una dimensione spiccatamente emotiva, sia negli interni, sia all’esterno. Luce utilizzata come fonte energetica in tutte le sue possibili applicazioni: pannelli solari, celle fotovoltaiche, ma anche giardini d’inverno: logge areate d’estate e serre scaldate dal sole d’inverno. Luce che percepiamo attraverso i colori, e quindi espressa attraverso i colori. L’aspetto multicolore della natura è qualcosa di ben definito e strettamente legato alla vita, per questo motivo molta attenzione è stata messa nell’uso dei colori, partendo dal concetto che c’è un particolare significato nel fatto che il verde sia il colore che più rappresenta la natura, il verde, punto di equilibrio dello spettro della luce, punto di equilibrio tra il mondo della materia e il mondo dello spirito.
La vegetazione
Poi la vegetazione, è per questo che abbiamo posto la natura, il paesaggio, al centro del nostro progetto. Essa è soggetto di diritto, in funzione di principi salutari:
emissione di ossigeno: piante autoctone, con prestazioni più elevate rispetto alle esotiche;
rimozione di CO2: i migliori effetti si sono riscontrati con radici prati di graminacee (2,45-4,1 tons CO2/Ha/anno1 ), tigli e frassini2 , piante a veloce accrescimento;
disinquinamento: trattenimento di polveri da parte di foglie tomentose, cortecce rugose;
recupero dell’acqua: controllo di fenomeni di corrivazione, con fasce arbustive legate a strutture per la raccolta dell’acqua e il suo convogliamento negli strati profondi;
ombreggiamento: fronti sud-est e sud-ovest degli edifici, parcheggi, percorsi; è stato valutato anche il coefficiente di ombreggiamento delle singole specie vegetali;
riduzione isole di calore: un albero di grandi dimensioni, evaporando alcune centinaia di litri di acqua al giorno, produce un effetto di raffrescamento equivalente a 5 condizionatori d’aria operanti 20 ore/giorno3 , quindi un progetto che prevede masse di vegetazione, pioppi (Populus alba ha una traspirazione pari a 13-14 gr di acqua/foglia)4;
orientamento: gli alberi come totem emergenti per indicare i percorsi e la loro gerarchia, secondo un uso antico e proprio del nostro territorio;
preservazione dello spirito storico e culturale dell’area: recupero dei segni della centuriazione, del rapporto tra superfici piane (campi coltivati) e volumi in elevazione (fasce arboreoarbustive di confine) propri del nostro paesaggio coltivato.
Dunque, un ecoquartiere con standard qualitativi elevati, riscontrabili negli indicatori inerenti l’ospitalità, l’accoglienza, il benessere e la serenità, immerso in un paesaggio studiato per accompagnare e sostenere le esigenze di chi vi abita.
Progettazione del verde: Dott.ssa Agr. Marcella Minelli – AIAP/IFLA